Non ho mai creduto nei tuttologi.
Eccezion fatta per geni alla Leonardo, con l’odierno surplus di offerta in ogni campo, il successo si raggiunge specializzandosi.
Dalla cucina all’automotive, dalla moda all’enologia, chi decide di puntare su pochi prodotti di eccellenza spesso vince la sfida con i competitors.
Anche nell’organizzazione di eventi, la specializzazione fa la differenza e alcune manifestazioni ne sono l’esempio lampante.
Penso all’evento organizzato da Mark Up e Agroter appena conclusosi a Milano. La presentazione di uno studio su Frutta e Verdura è stato sviluppato e comunicato così bene da attrarre molti investitori – 23 nel 2014 – che vedono nell’evento evento milanese un momento per fare marketing.
La durata e la quantità (poche ore e 450 presenti) sono elementi irrilevanti quando c’è la qualità e i media possono accrescere l’esposizione dei brand in maniera importante.
La biennale Interpoma ogni edizione brucia record di espositori e visitatori (420 e 18.000 nel 2014). Un solo prodotto, la mela, in una città di provincia, Bolzano, è capace di generare un flusso economico di rilievo.
La location quindi c’entra fino a un certo punto, se ci sono contenuti e servizi di livello per i convenuti.
Il Global Berry Congress, convegno dedicato ai piccoli frutti, è l’evento primario per chi opera nella filiera dei “berries”. Ogni anno attrae un pubblico selezionato – 400 delegati – e altamente qualitativo.
Anche qui la qualità è un elemento cruciale, sponsor ed espositori oltre a fare business con i principali decision maker, hanno la garanzia di un’ampia esposizione mediatica.
Due successi fieristici basati sulla focalizzazione sui mercati sono Fruit Attraction per la Spagna, che in pochi anni è diventata la seconda fiera europea e per l’oriente Asiafruit Logistica sempre più apprezzata e ora rafforzata dall’avvento dell’embargo Russo.
É con questa strategia che Fruit Gourmet Expo ha deciso di puntare sul gusto, sui canali dell’ho.re.ca., sulla valorizzazione dei prodotti ortofrutticoli proposti come qualcosa “da fighi” (cit. F. F. Ferrero).
Per il rilancio del comparto ortofrutticolo italiano c’è bisogno di coraggio, di grinta, di innovare non a parole ma con fatti concreti, con un marketing affascinante. E comunicare il gusto, vendere Golden, Sanguinello, Saturnia e Scalogno in maniera accattivante, puntare in alto pensando in grande perché, per dirla con Donald Trump “You have to think anyway, so why not think big?
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Giordano Giardi · 5 dicembre 2014