Il mercato britannico, il principale motore dello sviluppo della coltura dei mirtilli in Europa e in Italia, continua la sua crescita (fatturato +10,3% negli ultimi 12 mesi).
Gli operatori sono ottimisti sulle prospettive future, arrivando a ipotizzare un aumento del 62% nelle quantità vendute entro il 2021.
La crescita è dovuta a un mix di attività promozionali, garanzia di qualità, segmentazione del mercato (biologico e convenzionale, vari calibri) e flessibilità nel packaging.
- Il 19,7% delle famiglie britanniche ha comprato mirtilli almeno una volta nell’ultimo anno.
- Negli ultimi dodici mesi oltre 2,2 milioni di famiglie britanniche hanno iniziato ad acquistare mirtilli.
- Il mercato britannico dei mirtilli vale oltre 26,8 milioni di sterline.
- Negli ultimi 12 mesi i consumatori britannici hanno acquisto 2,8 milioni di kg di mirtilli, pari a oltre 22 milioni di cestini da 125g (*)
Molti produttori italiani di mirtilli hanno sviluppato la propria attività in base agli orientamenti qualitativi e quantitativi che negli ultimi anni sono arrivati dai clienti inglesi. Ma quanto è sostenibile questa posizione?
Punti di forza del mirtillo italiano
Punti di debolezza del mirtillo italiano
I mirtilli italiani sono di fronte a una sfida multifattoriale ma ci sono margini per sostenere e potenziare la crescita
Il settore italiano dei mirtilli è un settore relativamente giovane (circa 10 anni) che potrebbe però presto entrare in sofferenza. La ricetta più efficace prevede la costruzione e lo sviluppo del mercato nazionale e l’ammodernamento della gamma varietale.
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(*) i mirtilli nel Regno Unito vengono venduti normalmente in cestini da 225g o 400g; la quantità è espressa in cestini da 125g per facilitare il confronto con il mercato italiano dove questo formato rappresenta lo standard delle vendite nella grande distribuzione.
Thomas Drahorad · 16 marzo 2017