Negli ultimi anni si stanno concretizzando i piani di sviluppo varietale delle uve seedless iniziati una decina d’anni fa con i vari ibridatori internazionali (tra cui Sun World, SNFL, IFG, Arra). Adesso il network dei fornitori di NCX Drahorad dispone di circa 40 varietà diverse, che hanno risposto positivamente al mix dei principali criteri di selezione: fertilità, forma attraente del grappolo, gusto, pochi interventi in vigna, produttività, shelf life, calendario.
Fino a poco tempo fa l’uva italiana era rappresentata principalmente da un pugno di varietà come le tradizionali Victoria, Italia, Red Globe e un paio di senza semi (Sugraone e Crimson seedless). Aggiungendo un paio di uve nere (Palieri e la precoce Black Magic) il quadro era pressocchè completo.
E infatti in molte realtà si continua a piantare principalmente Victoria (interessante per la sua precocità) oppure Red Globe (apprezzata per le sue rese per ettaro) seguendo una linea conservatrice poco attenta alle dinamiche di medio/lungo termine del mercato, che invece si sta orientando con sempre maggiore decisione sulle seedless.
I principali ostacoli alla diffusione delle nuove varietà sono le incertezze sulle tecniche colturali (che rendono variabili le rese per ettaro) e la gestione della tutela delle varietà vegetali (tra cui i vincoli derivanti da spese di impianto, royalty fisse, restrizioni commerciali).
Ma non dappertutto è così: anche in Italia ci sono varie aziende che investono in innovazione e che hanno decine di nuove varietà, già in produzione oppure in fase sperimentale.
Superate le difficoltà di attivare un programma con i costitutori varietali (principalmente soggetti stranieri, spesso privati) inizia un iter che può durare anche diversi anni prima di avere la disponibilità di quantitativi commercialmente rilevanti.
Il calendario della uva seedless di produzione italiana copre dalla settimana 27 (inizio luglio) alla 50 (metà dicembre) per le uve bianche, dalla metà di luglio a inizio novembre con le nere, e dalla settimana 27 (inizio luglio) fino a fine anno con le varietà rosse.
Un panorama interessante e moderno, che costruisce un’offerta semestrale di varietà riconosciute a livello internazionale.
E’ ancora marginale il contributo della ricerca italiana, ma ci dicono che qualcosa si sta muovendo e presto nuove varietà vedranno la luce nei campi sperimentali di Puglia, Basilicata e Sicilia.
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Thomas Drahorad · 2 luglio 2015