Le azioni di Tesco, il principale retailer britannico, sono aumentate del 1.1% nelle ultime 12 settimane, dopo che nell’ultimo anno era stato messo alla porta Phil Clarke, il direttore generale colpevole di avere gonfiato i profitti per oltre 335 milioni di sterline. Per dare le dimensioni dello scandalo, l’ammanco nell’utile di Tesco è pari al 13% dell’intero fatturato 2014 di Conad.
Il drastico piano di ristrutturazione di Dave Lewis, il nuovo direttore generale, ha visto la chiusura di 43 punti vendita ma sta portando frutti: la quota di mercato (28,7%) è quasi ritornata ai livelli di un anno fa (28,8%).
Il recupero di quote di mercato di Tesco è avvenuto a spese di Asda (la quota di mercato è calata del 2.1% passando al 17%), Morrison (-0,4%) e Sainsbury’s (-0,5%). Continua invece la crescita dei discount Aldi (fatturato in aumento del 19,3% negli ultimi 12 mesi) e Lidl (vendite +13,6% e quota di mercato al 3,5%).
La guerra dei prezzi in atto nella grande distribuzione britannica ha portato a una diminuzione del 1,6% nei prezzi della spesa alimentare e i consumatori hanno risparmiato l’equivalente di € 500 milioni. Tutti i supermercati stanno tagliando i prezzi per attrarre nuovi consumatori, in particolare nei segmenti primari come uova, verdure e latte; meno battute le strategie di promozione più complesse come i “multibuy”.
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Thomas Drahorad · 12 marzo 2015