Noi del settore ortofrutta siamo abituati a forti oscillazioni da stagione a stagione e di anno in anno. Ma montagne russe come quelle che stiamo vivendo in questi mesi non le abbiamo mai viste. E non è solo l’embargo della Russia ma anche altri fattori come il clima, la crisi, ed i grandi scostamenti nelle abitudini di acquisto e di consumo della gente in Italia ed all’estero. Per poter però guidare un’azienda anche in futuro vorrei invitare a guardare questa situazione con grande distacco, cercando gli spunti per superarla positivamente.
Oggi stiamo raccogliendo i frutti di quello che abbiamo seminato, molte cose belle altre meno belle e soprattutto, queste ultime, mai studiate o forse mai prese sul serio.
Con la firma nel 1957 del trattato di Roma che ha istituito la Comunità Economica Europea si è fatto punto e a capo dopo i conflitti che avevano lacerato l’Europa nei decenni precedenti. La certezza così generata ha prodotto fiducia generalizzata e tutti si sono messi a lavorare sul serio. Nei decenni successivi, invece di prepararsi ai contraccolpi (che prima o poi vengono sempre) mettendo da parte un tesoretto, i nostri amministratori ci hanno indebitati fino al collo mettendo in moto sistemi che hanno solo generato spese crescenti. Penso al personale in eccesso nelle amministrazioni pubbliche ed alle pensioni elargite senza criterio.
Partire con la liberalizzazione dei commerci in tutto il mondo è stato saggio ma è risultato deleterio non prevedere un periodo congruo di almeno 25 anni per la sua realizzazione. L’Europa sta ancora bene ma ha dovuto cedere una parte delle sue ricchezze ai popoli di quello che una volta veniva chiamato il terzo mondo.
Un futuro roseo
Se, come spero, il conflitto ucraino tornerà presto negli argini, potremo contare nei prossimi anni su una popolazione affluente mondiale più numerosa di almeno 800 milioni di persone che hanno come massimo traguardo di raggiungere gli stili di vita che l’Occidente conosce da molto tempo. Vorranno consumare più carburante ma vorranno anche mangiare più carne ed ortofrutta. Quindi cerchiamo di capire cosa vogliono esattamente e mettiamocela tutta per soddisfare i loro desideri, come o meglio della nostra concorrenza.
E’ tutto molto semplice ed anche fattibile purché ci si metta a produrre ed a lavorare secondo le richieste del mercato, sviluppando i servizi necessari (uffici commerciali efficienti, una catena del freddo perfetta, la logistica puntuale, sostegni finanziari ed assicurativi ad hoc). In seguito basta solo una comunicazione internazionale consapevole per ottenere dati annuali di crescita mai visti nel nostro paese nel recente passato. I consumi interni si accoderanno.
Noi di NCX Drahorad ci mettiamo al servizio delle aziende che intendono intraprendere questo percorso, con le nostre specializzazioni che sintetizziamo con il payoff SERVING EARTH, che descrive la dimensione globale e quella della sostenibilità della nostra vision.
Rolando Drahorad · 16 settembre 2014