Nel web è consuetudine scrivere un post a inizio anno con un elenco di cose positive o negative dell’anno passato o con i buoni consigli per l’anno che inizia. Nel settore ortofrutticolo, l’anno nuovo inizia a febbraio, dopo il “capodanno ortofrutticolo” della fiera Fruit Logistica. Ora possiamo scrivere i nostri buoni propositi per il 2014.
1 – comunicare per non sparire.
Forse è inutile citare Steve Jobs dicendo che “Investire in tempo di crisi è come mettere le ali, mentre tutti cadono”. Inutile dire che ci sono segnali di ripresa. Molto utile invece è ricordare che un piano di marketing di medio lungo periodo aiuta a non perdere tempo, denaro e occasioni.
2 – relazioni.
Nell’agroalimentare il canale B2B è la chiave per lo sviluppo commerciale. Dagli eventi al direct marketing, gli strumenti per creare relazioni con gli operatori professionali sono da pianificare con cura. Il marketing relazionale ci insegna: “conoscere il mercato non basta, è sempre più necessario conoscere uno a uno ogni singolo cliente”.
3 – fare branding, la marca è il vero valore.
Quali sono i brand del settore che sono nella mente dei consumatori? Per costruire un’immagine forte nella mente dei clienti ci vuole tempo e denaro. Per conquistarne la fiducia, ancora di più. Ma il brand è il patrimonio più sicuro e durevole di un’azienda e comunicare il brand è il miglior investimento.
4 – prevedere un budget web.
Ricerca il tuo prodotto nel web e cosa trovi? Fai un’analisi della tua identità digitale. E’ coerente con gli obiettivi? Il web marketing è molto di più di un banner: è blog, è social network, è digital PR, è Google Ads e tante altre attività. Pensaci.
5 – parlare di gusto.
L’ortofrutta è buona e come tutte le cose buone, ha valore. E il consumatore è disposto a riconoscere questo valore se gli operatori sono disposti a raccontarlo. Nel mondo di Masterchef, della famosa dieta mediterranea e soprattutto nell’Italia dell’immensa ricchezza culinaria, il grande chef come la casalinga ai fornelli fanno quotidianamente un lavoro che è la naturale prosecuzione di quello del produttore. Dobbiamo parlare il loro linguaggio.
Riccardo Marinelli · 21 febbraio 2014